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L’Italia torna in zona deflazione

lentepubblica.it • 2 Novembre 2016

deflazioneLe stime preliminari diffuse dall’Istat segnalano un calo dello 0,1% dei prezzi rispetto ad un anno fa, mentre su base mensile non registrano variazioni. L’inflazione acquisita per il 2016 risulta pari a -0,1%. In discesa anche i prezzi alla produzione.

 

L’Italia torna in zona deflazione. Dopo il timido +0,1% di settembre i prezzi riprendono il segno meno ad ottobre con un -0,1% rispetto ad un anno fa mentre su base mensile non registrano variazioni. Le stime preliminari diffuse dall’Istat certificano il ritorno in deflazione, dopo cinque mesi, anche per i prodotti che riempiono il carrello della spesa degli italiani. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona subiscono infatti una diminuzione dello 0,3% su base annua (la variazione era nulla a settembre).

 

Per l’Istituto di statistica la flessione annua dei prezzi continua ad essere determinata dal comparto dei Beni energetici il cui calo si accentua lievemente (-3,6% da -3,4% di settembre), effetto di una più intensa flessione dei prezzi di quelli regolamentati (-6,0%, era -3,8% a settembre) e di un parziale rientro della contrazione dei Beni energetici non regolamentati (-0,8%, da -2,7% del mese precedente). Ma ad ottobre ulteriori contributi deflazionistici arrivano dagli andamenti di altre tipologie di prodotto tra le quali spiccano gli Alimentari non lavorati, ossia frutta e verdura fresca, (-0,4%, dal +0,4% di settembre) e i Servizi ricreativi, culturali e della cura della persona (azzeramento della crescita, da +0,6% di settembre).

 

A questo punto l’inflazione acquisita per il 2016 risulta pari a -0,1%. L’inflazione continua invece a salire nella zona euro: a ottobre la stima flash di Eurostat indica infatti +0,5% rispetto a +0,4% a settembre. In calo in Italia anche l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali che, a settembre, rimane diminuisce dello 0,7% su base annua, con “tendenze deflazionistiche che continuano ad interessare – ha osservato l’Istat – entrambi i mercati di sbocco dei prodotti industriali”.

Fonte: Confcommercio
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